GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO

Per festeggiare oggi quest'arte bistratta dal potere e dal mercato vi dono le parole che qualche anno fa mi hanno aperto gli occhi, perché anche oggi e soprattutto oggi possano illuminare la nostra strada e darci la forza di continuare a combattere. Perché oggi più che mai dobbiamo saper fare bene il nostro lavoro: rendere possibile l'impossibile.

Il numero delle definizioni di teatro è praticamente illimitato. Allo scopo di evitare un circolo vizioso è senza dubbio necessario sottrarre e non aggiungere: bisogna cioè porsi il problema di che cosa sia indispensabile al teatro. Vediamo.
Il teatro può esistere senza costumi e scenografie? Si.
Può esistere senza musica che commenti lo svolgersi dell'azione? Si.
Può esistere senza effetti di luce? Certamente.
E senza testo? Si;  la storia del teatro ce lo conferma; nell'evoluzione dell'arte teatrale, il testo è stato uno degli ultimi elementi ad essere introdotto.  Se poniamo su di un palcoscenico alcune persone, con uno scenario stabilito da loro di comune accordo, e li lasciamo recitare a soggetto, come nella Commedia dell'Arte, la rappresentazione che ne risulterà sarà ugualmente buona anche se le parole non saranno pronunziate chiaramente ma solo biascicate.
Ma può il teatro esistere senza attori? Non conosco esempi del genere. Si potrebbe ricordare il teatro delle marionette. Ma anche li, abbiamo, dietro le quinte, un attore, anche se di tutt'altro genere.
Può esistere il teatro senza spettatori? Ce ne vuole almeno uno perché si possa parlare di spettacolo. E così non ci rimane che l'attore e lo spettatore. Possiamo perciò definire il teatro come "ciò che avviene tra lo spettatore e l'attore". Tutto il resto è supplementare - forse necessario, ma supplementare.
Jerzy Grotowski, Per un teatro povero, 1968.



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